L’avvocato e il cambiamento: un binomio possibile.

Cosa ne pensate di questa foto che ho scattato a Chiang Mai in Thailandia?

Lungi da alcun tipo di giudizio sulla vita dei monaci, né, tanto meno, sulla filosofia buddista intorno a cui ruota la loro vita, credo che questa immagine rappresenti  con estrema chiarezza  l’impatto che l’avvento delle nuove tecnologie sta avendo nel mondo e gli ”adattamenti” che  tutti noi – monaci buddisti compresi ! –  dobbiamo affrontare per sopravvivere oggi e nel nostro prossimo  futuro.

Il mondo davvero sta cambiando molto rapidamente e la domanda a cui non si può più rimanere indifferenti è: cosa sto facendo o sto pensando di fare per allineare alla rivoluzione in atto la mia attività (qualunque essa sia) ? 

Molto è stato detto e scritto sui nuovi modelli e prassi professionali (“disruption” in inglese, un  termine semantico che esprime in sé mille concetti il primo fra tutti “operare in maniera nuova e  diversa”), ma fermarsi a questo non significa aggiungere nulla di veramente nuovo e costruttivo…

Proviamo a tornare indietro di qualche decennio: qualcuno oggi potrebbe mai dire se nel 1937  un lungometraggio in cartoon, come quello che fece Walt Disney con Biancaneve e i 7 nani, poteva essere un’impresa imprevedibile per l’epoca?

Quella fu, appunto, un’iniziativa decisamente molto disraption, ma non tutte le inversioni di rotta sono di per sè vincenti.

Dal mio punto di vista, ciò che è stato sopravvalutato del “disruption thinking” (che tradurrei con “pensiero innovativo che perturba lo status quo”) a scapito del “evolutionary thought” (pensiero evolutivo) é consistito nel  presentare il primo come la soluzione magica a tutte le sfide che ci vengono imposte quotidianamente nella nostra vita personale, professionale e aziendale. Un po’ come se bastasse sempre cambiare percorso per vincere.

Ciò che richiama piú direttamente il termine disraption, infattié il concetto di “rottura” che significa interrompere il corso normale di un processo.

Translare nel mondo del business questa visione, a ben vedere, ha molto a che fare con la capacità  di prevedere intuitivamente il cambiamento futuro, anticiparlo, proporre qualcosa di nuovo e, soprattutto, ha a che fare con la capacitá di affrontare questo cambiamento per ottenere un vantaggio competitivo. Come ogni cambio di passo (specialmente quelli che partono dall’intuizione) le scelte compiute secondo il disraption thinking  sono fortemente condizionate dall’affinità o dall’avversione al rischio dello stesso imprenditore.

Abbiamo la naturale tendenza a prestare attenzione solo alle storie di successo nell’ambito delle solutions disraption, quelle che spesso hanno un grande ritorno finanziario e mediatico, ma non siamo minimamente consapevoli delle dozzine o centinaia di casi in cui le disraption solutions falliscono, passando sotto silenzio.

Al contrario, muoversi attraverso il pensiero evolutivo significa apprendere attraverso le esperienze accumulate e l’osservazione del passato per migliorare i processi esistenti, rendendoli più efficienti e produttivi.

Un altro errore che spesso si corre, è quello di pensare che i processi “distruttivi e inventivi” avvengano in modo casuale come se i loro creatori si svegliassero un bel mattino e avessero avuto un’idea geniale, nata dal nulla.

Le cose non accadono mai in questo modo!

Di solito le invenzioni e le novità sono frutto di un lavoro intenso e della ricerca instancabile di alcuni professionisti molto concentrati e impegnati in un percorso partito da lontano.

Un metodo è migliore dell’altro? No, senz’altro. Dobbiamo invece combinarli per ottenere un vero cambiamento innovativo!

La combinazione dei due pensieri consente la riduzione del rischio di business,  tenendo sempre presente la regola numero 1 della gestione illuminata che  è: “non mettere tutte le uova nello stesso paniere” ovvero rimenere all’erta su più fronti.

Cosa intendo con questo ragionamento e in che modo queste considerazioni si adattano al mondo dei servizi  legali? La risposta è relativamente semplice.

Anche negli studi legali oggi sono imprescindibili molto lavoro e dedizione, preoccupazione costante per ottimizzare l’uso di tutte le risorse disponibili (che spesso si traduce nel “fare di più con meno”), molti investimenti in ricerca e sviluppo, costante attenzione ai cambiamenti del mercato e adattamento rapido ad esso, impiegando al massimo tutto ciò che la tecnologia ha da offrire e, ultimo ma non meno importante, avere una visione predittiva molto precisa proponendo soluzioni innovative, senza timore di sbagliare!

Si é sulla buona strada, quindi, quando si lavora continuando a cercare di migliorare ogni giorno, provando a pensare in modo diverso e ad immaginare nuove soluzioni  per gli stessi problemi.  E  si commettono degli errori, non importa: vanno accettati e riconosciuti per non ripeterli.

Personalmente, dopo oltre 30 anni di esperienza e grande attenzione al mercato legal a livello globale, mi sento di esortare il lettore secondo una visione piú lungimirante: adotta le filosofie di gestione della conoscenza (KM), analisi del rischio, sistemi statistici di giurisdizione e previsione, trasforma la tua attività mantenendo forte attenzione su dati e informazioni (“data centric business”), adotta sistemi alternativi di tariffazione dei tuoi servizi e anche di retribuzione del team che lavora presso il tuo studio, impara a convivere e motivare i professionisti delle generazioni Y “Millennials” e Z “2020”, utilizza tutta la tecnologia disponibile sul mercato a supporto del tuo business e, cosa più importante, sorprendi e fai felici i tuoi clienti.

Ricordiamo sempre che il mercato del consumo in generale (e il consumatore di servizi legali non è diverso) ha bisogno e cerca operatori “agili” con un servizio eccellente, a ottimo prezzo. Proprio per questo il mercato va monitorato costantemente  anche dagli avvocati per rimanere allineati alle esigenze dei clienti e alle variazioni di contesto che oggi si susseguono rapidissime e vanno intercettate.

José Paulo Graciotti è un riconosciuto consulente a livello internazionake, autore del libro “Strategic Governance for Law Firms”, (tradotto in diverse lingue e disponibile anche nell’edizione italiana dal titolo “La Governance Strategica degli Studi Legali” curata da FGA, Studio Ferraro Giove e Associati, Cedam), membro di GRACIOTTI Assessoria Empresarial, membro di ILTA – International Legal Technology Association e ALA – Association of Legal Administrators. Da oltre 30 anni opera nel mondo dei servizi legali, sia come fondatore che con incarichi di alto livello dirigenziale – www.graciotti.com.br

Il presente articolo é stato tradotto e adattato alla lingua italiana dall’avv. Rita Eva Cresci del Foro di Milano, Innovator Lawyer at FGA Studio Ferraro Giove e Associati. AI and LegalTech passionate. Focus on: technological disruption of the legal sector, digital trasformation and new business strategies. http://linkedin.com/in/rita-eva-cresci-b7613a87.

 

 

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